In quest’ultimo periodo si parla sempre di più di agricoltura rigenerativa, ma più precisamente, che cosa è? E in cosa si differenza da quella convenzionale?

Quando parliamo di agricoltura rigenerativa, si fa riferimento ad un approccio innovativo che non solo permette di coltivare in modo biologico o di ridurre i pesticidi, ma mira a ripristinare le risorse naturali presenti nel suolo. Ma come si fa? Utilizzando una serie di tecniche come la rotazione delle colture, la semina di piante da copertura, il compostaggio o l’integrazione dell’allevamento nelle pratiche agricole.

Ma andiamo con ordine.

Prima di parlarvi delle varie tecniche, parliamo di un aspetto fondamentale per l’agricoltura rigenerativa: il suolo. Quest’ultimo è considerato un sistema vivo da nutrire e ripristinare, visto e considerato che recenti studi, come quello del Joint Research Center, hanno dimostrato che oltre il 60% dei suoli nell’UE sono sottoposti a vari processi di degradazione, tra cui erosione idrica, perdita di carbonio organico, compattazione, salinizzazione e riduzione della biodiversità, con possibili conseguenze sulla produttività agricola.

Attualmente la maggior parte dei terreni agricoli in Europa e nel Regno Unito, circa il 23-44%, possiedono un alto rischio di perdita di carbonio organico, dovuto anche ai cambiamenti climatici, il che rappresenta un problema, in quanto il carbonio è una sostanza fondamentale per il suolo, poiché ne migliora la struttura, trattenendo l’acqua e i nutrienti e aumentandone così la fertilità e la biodiversità.

Ma se da una parte abbiamo dei terreni agricoli che sono destinati a perdere il carbonio, dall’altra abbiamo tra i 26 e i 50 milioni di ettari che invece mostrano un potenziale di accumulo, ma non basta, infatti si dovrebbero iniziare ad adottare delle misure che mirino a proteggere di più la fertilità dei suoli agricoli.

Alcune tecniche da adottare per l’agricoltura rigenerative

Rotazione delle colture

Una delle tecniche utilizzate nell’agricoltura rigenerativa è la rotazione delle colture, che consiste nell’alternare la coltivazione delle colture in uno stesso appezzamento di terreno in cicli che possono essere stagionali o annuali. Attraverso questa semplice pratica impediamo la proliferazione di parassiti e patogeni che risultano essere dannosi per le colture, migliorando, allo stesso tempo, la struttura del suolo e aumentando la disponibilità di nutrienti.

La rotazione permette una vera e propria rigenerazione ecologica.

Semina di piante da copertura

La tecnica della copertura del suolo consiste nella piantumazione di colture di copertura che non vengono raccolte, ma lasciate sul terreno a crescere per proteggere e arricchire il suolo in maniera tale da prevenire l’erosionemigliorare la struttura del terreno e aumentare la materia organica.

I principali benefici del cover cropping sono:

  • miglioramento della ritenzione idrica del terreno;
  • riduzione della compattazione del suolo;
  • aumento di biodiversità;
  • incremento della fertilità. 

Compostaggio. 

Il compostaggio è un processo fondamentale per il suolo, in quanto fornisce nutrimento alle piante e aumenta la capacità del suolo di trattenere l’acqua.

Il compostaggio consiste nella decomposizione controllata di materiali organici, come per esempio residui di colturescarti di cibo e/o letame, al fine di creare compost.

Integrazione dell’allevamento nelle pratiche agricole.

Integrare un pascolo nell’agricoltura rigenerativa significa far pascolare, in maniera controllata, gli animali nell’ecosistema agricolo e lasciarli liberi sull’appezzamento. L’obiettivo è sempre quello di migliorare in maniera naturale le condizioni di salute del suolo. Questo metodo, oltre a prevenire il sovrapascolamentoaumenta l’immagazzinamento del carbonio del suolo e migliora la qualità del pascolo.

Il ruolo della tecnologia nel supportare le pratiche rigenerative

Sino ad ora abbiamo visto le principali tecniche utilizzate per l’agricoltura rigenerativa, ma affinché queste pratiche possano raggiungere il loro pieno potenziale, la tecnologia gioca un ruolo fondamentale.

Oggi, l’utilizzo di strumenti low cost come sensori di umidità, salinità e nutrienti permette agli agricoltori di monitorare in tempo reale lo stato di salute del suolo e delle piante. Avere una raccolta dati permette così di fare delle analisi predittive e quindi di capire in anticipo come le pratiche rigenerative possano influenzare il raccolto o addirittura comprendere quali accorgimenti utilizzare per ridurre e ottimizzare, ad esempio, l’utilizzo dell’acqua. 

Avere a disposizione dei sistemi IoT low cost è di vitale importanza, soprattutto per i piccoli agricoltori o le piccole realtà, in quanto, senza grandi investimenti, possono permettersi di raccogliere e avere accesso a dati e informazioni importanti. Rendendo accessibile il monitoraggio e l’analisi predittiva a chiunque, le tecnologie contribuiscono a diffondere le pratiche rigenerative su larga scala, pertanto una maggiore accessibilità significherà anche maggiore diffusione e impatto positivo sull’ambiente e un futuro più sostenibile per tutti.

La tecnologia e la rigenerazione vanno di pari passo: sensori intelligenti, dati condivisi e strumenti low-cost sono le chiavi per trasformare il modo in cui coltiviamo, proteggendo il pianeta e garantendo raccolti più sani e resilienti

…ma l’agricoltura rigenerativa è solo una moda del momento?

Secondo uno studio condotto da Eara (Alleanza Europea per l’Agricoltura Rigenerativa) adottare pratiche rigenerative nel campo dell’agricoltura potrebbe significare produrre cibo in modo sostenibile, bilanciando le esigenze ecologiche, sociali ed economiche.

Lo studio, un programma pilota pluriennale, è stato condotto da agricoltori, esperti, istituzioni ed enti in 14 paesi europei, coinvolgendo 78 aziende. 

Sicuramente tra le novità introdotte nella ricerca, troviamo l’indice l’RFP (Rigenerating full productivity), un indicatore multidimensionale che misura l’intero spettro dei risultati della gestione del suolo integrando dati da:

  • indagini sui campi e rese degli agricoltori pionieri,
  • statistiche Eurostat,
  • osservazioni satellitari,
  • analisi comparativa tra livelli: campo, nazione, UE

Di seguito si riportano i principali risultati ottenuti (2021-2023):

  • i sistemi rigenerativi (agroecologia, biologico, agroforestazione, conservativa, ecc.) superano i modelli convenzionali in termini agronomici, economici ed ecologici.
  • media produttività complessiva (RFP) superiore del 33% rispetto alla media europea, il che porta ad una maggiore capacità di integrare e rigenerare le funzioni ecologiche, economiche e sociali del sistema agricolo.
  • +25% di fotosintesi, +24% di copertura del suolo e +16% di diversità vegetale rispetto ai terreni convenzionali circostanti. Questi valori ci fanno capire che i suoli possiedono una migliore fertilità e una maggiore biodiversità.
  • le rese in termini di calorie e proteine sono risultate solo 2% inferiori alla media convenzionale, ma con una drastica riduzione degli input: -61% di fertilizzanti azotati sintetici e -75% di pesticidi. Nonostante le rese leggermente più basse, la redditività economica è superiore, con un margine lordo per ettaro più alto del 20%.
  • le aziende convenzionali europee dipendono per oltre il 30% da mangimi importati, i pionieri hanno ottenuto rese simili utilizzando solo mangimi prodotti all’interno dell’UE.
  • un’adozione del 75% delle pratiche rigenerative permetterebbe di mitigare circa 513 milioni di tonnellate di CO₂ equivalente all’anno, pari a oltre 1,3 volte le attuali emissioni del settore agricolo europeo.

I benefici dell’agricoltura rigenerativa

L’agricoltura rigenerativa offre delle rese quasi equivalenti a quella tradizionale, ma con benefici ambientali molto importanti per il clima, il suolo e la biodiversità, tra cui:

  • riduzione dell’emissione dei gas serra: l’agricoltura rigenerativa può ridurre le emissioni di gas serra del 40–60% a livello globale, grazie alla riduzione dell’utilizzo di prodotti chimici e fertilizzanti. 
  • Maggiore immagazzinamento del carbonio e della presenza di sostanze organiche nel suolo
  • Aumento della biodiversità: favorisce flora, fauna e microrganismi del suolo, rafforzando la catena alimentare e rendendo gli ecosistemi agricoli più stabili

L’agricoltura rigenerativa: una sfida globale che parte dal tuo campo

L’agricoltura rigenerativa riguarda tutto il pianeta, ma può iniziare da ogni campo, orto o comunità, infatti anche dei piccoli interventi possono fare la differenza e contribuire a migliorare biodiversità, fertilità e resilienza.

Le tecnologie low-cost rendono questo approccio accessibile a tutti e ciò che prima era riservato alle grandi aziende diventa inclusivo, scalabile e capace di generare un impatto reale sul pianeta. 

Ogni piccolo campo può diventare parte di un cambiamento globale.

Fonti:

https://eara.farm/wp-content/uploads/EARA_Farmer-led-Research-on-Europes-Full-Productivity_2025_06_03.pdf 

https://publications.jrc.ec.europa.eu/repository/handle/JRC137600 

https://www.nature.com/articles/s41467-025-57355-y

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